L’Economia circolare in Italia: stato dell’arte e prospettive future
In un Italia leader a livello europeo nella performance di circolarità, le PMI necessitano di ancora di competenze, strumenti e politiche per realizzare pienamente il potenziale in questo ambito.*
L’economia circolare rappresenta un modello economico innovativo e sostenibile sempre più centrale nelle politiche di sviluppo nazionali ed europee. Il 6° Rapporto sull’Economia Circolare in Italia, curato dal Circular Economy Network (CEN) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, offre una panoramica dettagliata sullo stato di avanzamento dell’economia circolare nel nostro paese, confrontandolo con le principali economie europee.
L’azione delle PMI nella transizione ecologica è guidata da considerazioni ambientali e di opportunità economica.
Analisi dello scenario attuale
Il rapporto evidenzia come la consapevolezza sull’importanza dell’economia circolare sia ormai ampiamente diffusa nel tessuto imprenditoriale italiano, in particolare tra le piccole e medie imprese (PMI). Le motivazioni principali che spingono le aziende ad adottare pratiche circolari sono la riduzione dei costi delle materie prime e dell’energia, la minimizzazione dei rifiuti e l’incremento del riciclo. Tuttavia, emergono anche significative barriere all’implementazione di tali pratiche, principalmente legate alla carenza di competenze specifiche e alla complessità del quadro normativo.
Un’indagine condotta dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) in collaborazione con il CEN su oltre 800 imprese artigiane ha confermato questa tendenza. Le PMI, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, mostrano una crescente consapevolezza della necessità di assumere un ruolo attivo nella transizione ecologica. Questa consapevolezza non è motivata solo da considerazioni ambientali, ma anche dalla percezione delle opportunità economiche legate a una maggiore sostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.
Nonostante ciò le piccole imprese incontrano ancora difficoltà nel misurare le proprie performance di sostenibilità e circolarità, un aspetto che diventerà sempre più cruciale per l’accesso al credito, la partecipazione a bandi pubblici orientati al green procurement e la possibilità di usufruire di incentivi pubblici.
Quadro normativo e iniziative europee
Il 2023 ha visto l’introduzione di importanti novità normative a livello europeo. Il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (Packaging and Packaging Waste Regulation “PPWR”), in attesa di approvazione definitiva, rappresenta un passo avanti significativo nella promozione della circolarità degli imballaggi. Il testo finale, risultato di un processo di revisione e miglioramento, si configura come un importante strumento per aumentare la sostenibilità nel settore degli imballaggi.
Altre iniziative rilevanti includono l’approvazione del regolamento per aumentare e diversificare l’approvvigionamento delle materie prime critiche (Regolamento UE 2024/1252), l’entrata in vigore del nuovo regolamento batterie (Regolamento UE 2023/1542) e la pubblicazione delle modifiche alla direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Direttiva UE 2024/884 “RAEE”). Queste misure sottolineano l’impegno dell’Unione Europea nel promuovere un’economia più circolare e sostenibile.
L'Italia è leader nella performance di circolarità fra i Paesi europei grazie ad eccellenti indicatori di gestione dei rifiuti.
Performance di circolarità: Italia a confronto con l’Europa
Il rapporto presenta una valutazione comparativa delle performance di circolarità di cinque Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) utilizzando il set di indicatori pubblicati dalla Commissione europea. Questi indicatori sono raggruppati in cinque dimensioni: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza.
L’Italia si conferma leader in questa classifica, totalizzando 45 punti nell’ultimo anno analizzato. Seguono la Germania con 38 punti e la Francia con 30 punti, mentre Polonia e Spagna si posizionano a pari merito con 26 punti. L’eccellente performance dell’Italia deriva principalmente dagli indicatori relativi alla gestione dei rifiuti.
Tuttavia l’analisi del trend degli ultimi cinque anni rivela alcune criticità per l’Italia nel mantenere la sua posizione di leadership. Pur rimanendo in testa con 41 punti, il nostro Paese è tallonato da vicino da Germania e Spagna, entrambe a 40 punti. Questo dato suggerisce la necessità di un impegno continuo e crescente per mantenere e migliorare le performance di circolarità.
La forte dipendenza dalle importazioni per le materie prime critiche evidenzia la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e di potenziare il riciclo.
Focus sulle materie prime critiche e strategiche
Il rapporto dedica particolare attenzione alle materie prime critiche e strategiche, con un focus specifico sulle terre rare e sul rame, curato dall’ENEA. Le terre rare, ampiamente utilizzate nei settori delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica e dell’elettronica, rappresentano una sfida significativa in termini di approvvigionamento. Attualmente l’85% delle terre rare leggere e la totalità di quelle pesanti dipendono dalle esportazioni cinesi.
Questa situazione evidenzia la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e di potenziare il riciclo di questi materiali per ridurre la dipendenza dalle importazioni.
Il rame, recentemente inserito tra le materie prime strategiche per il suo ruolo cruciale nell’elettrificazione, presenta anch’esso sfide in termini di approvvigionamento. Le riserve di minerali di rame sono concentrate in un numero limitato di Paesi, con il Cile che detiene il 31% delle riserve globali, seguito dal Perù (11%) e dalla Repubblica Democratica del Congo (9%). L’Europa ospita solo il 3% delle riserve globali, sottolineando l’importanza di potenziare il riciclo del rame per garantire un approvvigionamento sostenibile.
Il ruolo delle PMI nella transizione all’economia circolare
Le piccole e medie imprese giocano un ruolo fondamentale nella transizione verso un’economia circolare in Italia. L’indagine condotta ha rivelato che le PMI sono sempre più consapevoli della necessità di adottare pratiche circolari, non solo per ridurre gli impatti ambientali, ma anche per cogliere le opportunità economiche legate alla sostenibilità.
Tuttavia, le PMI affrontano sfide significative nell’implementazione di pratiche circolari. Queste includono la carenza di competenze specifiche, la mancanza di strumenti adeguati per misurare le proprie performance di sostenibilità e la necessità di un contesto normativo più favorevole. Per superare queste barriere, sarà fondamentale sviluppare politiche industriali efficaci e un quadro normativo di più semplice applicazione, specificamente orientato alle esigenze delle piccole imprese.
Le PMI italiane necessitano di competenze, strumenti e politiche per realizzare il potenziale dell’economia circolare.
Conclusioni
Il 6° Rapporto sull’Economia Circolare offre una panoramica completa e dettagliata sullo stato di avanzamento dell’economia circolare nel nostro Paese. L’Italia si conferma leader a livello europeo in termini di performance di circolarità grazie soprattutto all’eccellente gestione dei rifiuti. Tuttavia, il trend degli ultimi anni suggerisce la necessità di un impegno continuo per mantenere questa posizione di leadership.
Le PMI italiane mostrano una crescente consapevolezza dell’importanza dell’economia circolare, ma necessitano di supporto in termini di competenze, strumenti e politiche mirate per realizzare pienamente il loro potenziale in questo ambito. La gestione sostenibile delle materie prime critiche e strategiche, come le terre rare e il rame, rappresenta una sfida cruciale per il futuro, che richiederà sforzi significativi in termini di diversificazione degli approvvigionamenti e potenziamento del riciclo.
In conclusione, l’Italia si trova in una posizione favorevole per guidare la transizione verso un’economia più circolare e sostenibile. Tuttavia, per mantenere e rafforzare questa posizione, sarà necessario un impegno congiunto da parte di istituzioni, imprese e società civile, con particolare attenzione al sostegno delle PMI e allo sviluppo di politiche e normative efficaci e di facile applicazione.
(*) Commento al lavoro “Sesto rapporto sull’economia circolare in Italia”, 2024, Circular Economy Network.
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