Prima applicazione degli ESRS
Raccomandazioni all’implementazione degli European Sustainability Reporting Standards.*
Il presente articolo analizza i risultati chiave e le raccomandazioni emerse da uno studio condotto da Frank Bold sulla preparazione delle aziende europee all’implementazione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Questi standard, introdotti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’Unione Europea, rappresentano un significativo passo avanti nella standardizzazione e nel miglioramento della rendicontazione di sostenibilità aziendale.
Lo studio, basato sull’analisi dei report di 100 aziende influenti in settori ad alto impatto, offre una prima riflessione sulla generale preparazione delle imprese nell’UE a soddisfare le aspettative delle imminenti regole e standard europei sulla rendicontazione di sostenibilità. L’obiettivo è identificare le principali sfide, evidenziare i progressi e fornire raccomandazioni concrete per un’efficace implementazione degli ESRS.
Alla base dell’applicazione degli ESRS vi sono l’esercizio di doppia materialità e le considerazioni di impatto-rischio-opportunità.
Analisi dei risultati chiave
Valutazione della doppia materialità
La doppia materialità è il fondamento della rendicontazione di sostenibilità secondo la CSRD e gli ESRS. Questo concetto richiede alle aziende di considerare sia gli impatti delle proprie attività sulla sostenibilità (materialità d’impatto) sia gli effetti dei fattori di sostenibilità sulla propria performance finanziaria (materialità finanziaria).
Lo studio ha rivelato alcune criticità nella comprensione e nell’applicazione di questo concetto:
- impatti: si è osservata una generale mancanza di specificità con la maggior parte delle aziende che si limitano a citare temi di sostenibilità generici senza dettagliare gli impatti specifici. Solo 15 aziende su 100 hanno descritto impatti materiali specifici;
- rischi e opportunità: un numero maggiore di aziende (53) ha specificato i propri rischi legati alla sostenibilità probabilmente grazie alla familiarità con le raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD). Tuttavia, poche aziende hanno descritto rischi materiali specifici in aree ambientali e sociali diverse dal clima;
- strategia: solo 10 aziende hanno spiegato gli effetti dei loro rischi o impatti materiali sul modello di business, sulla strategia e sul processo decisionale come parte della valutazione di materialità.
Questi risultati evidenziano la necessità di una maggiore comprensione e applicazione pratica del concetto di doppia materialità da parte delle aziende.
Processo di valutazione della materialità
Gli ESRS specificano le informazioni che dovrebbero essere divulgate sul processo di valutazione della materialità. I risultati dello studio mostrano che 33 aziende hanno descritto il loro processo di materialità, di cui 29 hanno considerato gli impatti sia nelle proprie operazioni che nella catena del valore e nelle relazioni commerciali.
Per quanto riguarda la trasparenza dei criteri utilizzati per determinare rischi, impatti e opportunità materiali:
- 21 aziende hanno dichiarato di determinare i rischi in base a magnitudo e probabilità (materialità finanziaria) ma solo 5 hanno spiegato come li hanno misurati o valutati.
- 20 aziende hanno dichiarato di determinare gli impatti in base a gravità e probabilità (materialità d’impatto) ma solo 8 hanno spiegato, in forma basilare, come hanno applicato o interpretato questi criteri.
La pratica degli ESRS aiuterà a migliorare la trasparenza e la coerenza nell'applicazione dei criteri stabiliti dagli ESRS.
Questi dati suggeriscono che, sebbene molte aziende stiano adottando approcci strutturati alla valutazione della materialità c’è ancora spazio per migliorare la trasparenza e la coerenza nell’applicazione dei criteri stabiliti dagli ESRS.
Materialità d’impatto e due diligence
Un aspetto cruciale della materialità d’impatto è il suo collegamento con i processi di due diligence sulla sostenibilità e il coinvolgimento degli stakeholder interessati. Lo studio ha rilevato che:
- solo 6 aziende hanno chiaramente indicato che il loro processo di due diligence sulla sostenibilità è stato una fonte per la valutazione della materialità d’impatto;
- solo 7 aziende hanno spiegato se e come il processo di valutazione della materialità ha incluso la consultazione con gli stakeholder interessati, mentre altre 19 hanno fornito informazioni poco chiare a questo riguardo.
Questi risultati sottolineano la necessità di una maggiore integrazione tra i processi di due diligence sulla sostenibilità e la valutazione della materialità nonché di un più efficace coinvolgimento degli stakeholder.
Gli ESRS richiedono alle imprese di rendicontare anche sul piano di transizione adottato.
Piani di transizione climatica
Gli ESRS forniscono un set standardizzato di requisiti di divulgazione per le aziende per rendicontare sui loro piani di transizione per la mitigazione del cambiamento climatico. Lo studio ha rivelato che:
- 53 aziende hanno dichiarato un impegno per la neutralità carbonica o net-zero. Di queste, 42 hanno presentato un piano di transizione climatica, mentre altre 9 hanno divulgato alcuni elementi;
- 46 aziende hanno fornito dettagli sufficienti per comprendere come le loro azioni affrontano le leve di decarbonizzazione per soddisfare l’ambizione del piano;
- 28 aziende hanno spiegato come i loro obiettivi climatici sono compatibili con il percorso di 1,5°C;
- nessuna azienda ha riportato valutazioni qualitative delle emissioni “locked-in” un elemento chiave per la credibilità del piano.
Questi risultati mostrano un crescente impegno delle aziende verso la transizione climatica, ma anche la necessità di migliorare la qualità e la completezza delle divulgazioni, in particolare per quanto riguarda la valutazione delle emissioni “locked-in”.
Emissioni di gas serra (GHG) e obiettivi
Lo studio ha analizzato le divulgazioni relative alle emissioni di gas serra e agli obiettivi di riduzione:
- 89 aziende hanno divulgato le emissioni di Scope 1 e 2, mentre 81 hanno divulgato le emissioni di Scope 3;
- 60 aziende hanno comunicato chiari tempi per gli obiettivi di riduzione delle emissioni di GHG per tutti gli Scope;
- solo 43 aziende hanno reso possibile comprendere che le divulgazioni coprono l’intero gruppo consolidato;
- delle 81 aziende che hanno divulgato le emissioni di Scope 3, solo 48 hanno divulgato le categorie tipicamente significative nel loro settore, mentre le altre 33 hanno riportato dati parziali. Solo 13 di queste hanno fornito una giustificazione per l’esclusione di alcune categorie di Scope 3.
Esistono potenziali rischi di non comparabilità e affidabilità dei dati posti alla base delle rendicontazioni di sostenibilità.
Questi risultati evidenziano una seria problematica in termini di comparabilità e affidabilità dei dati, che mina la parità di condizioni tra le aziende e la loro stessa capacità di considerare i rischi di transizione.
Sistemi di due diligence sulla sostenibilità
Sebbene gli ESRS non richiedano esplicitamente alle aziende di implementare la due diligence sulla sostenibilità, stabiliscono requisiti di trasparenza su questo processo. Lo studio ha esaminato in che misura le aziende hanno messo in atto alcuni elementi fondamentali della due diligence sulla sostenibilità:
- 43 aziende hanno esplicitamente dichiarato di aver implementato un processo di due diligence sulla sostenibilità;
- per quanto riguarda la governance e la supervisione, molti Consigli di Amministrazione sono coinvolti in qualche misura nella supervisione della sostenibilità ma il livello di dettaglio e la qualità delle informazioni fornite variano considerevolmente.
Questi risultati suggeriscono che, sebbene molte aziende stiano adottando approcci di due diligence sulla sostenibilità, c’è ancora spazio per migliorare la trasparenza e la coerenza nell’implementazione e nella rendicontazione di questi processi.
È necessario continuare a monitorare l’applicazione degli ESRS e supportare le imprese nella comprensione ed adozione degli standard.
Conclusioni e raccomandazioni
L’analisi condotta offre una panoramica dettagliata sullo stato di preparazione delle aziende europee all’implementazione degli ESRS. Emerge un quadro in cui, sebbene ci siano progressi significativi in alcune aree, persistono sfide importanti in termini di comprensione e applicazione pratica dei nuovi standard.
Le principali aree di miglioramento riguardano:
- una più profonda comprensione e applicazione del concetto di doppia materialità;
- una maggiore trasparenza e coerenza nei processi di valutazione della materialità;
- una migliore integrazione tra i processi di due diligence sulla sostenibilità e la valutazione della materialità;
- un miglioramento della qualità e completezza delle divulgazioni sui piani di transizione climatica;
- una maggiore accuratezza e completezza nella rendicontazione delle emissioni di gas serra, in particolare per lo Scope 3;
- una più robusta implementazione e rendicontazione dei processi di due diligence sulla sostenibilità.
Per affrontare queste sfide, si raccomanda alle aziende di:
- investire nella formazione e nello sviluppo di competenze interne sugli ESRS e sulla rendicontazione di sostenibilità;
- migliorare i processi interni per la raccolta e l’analisi dei dati di sostenibilità;
- rafforzare il coinvolgimento degli stakeholder nei processi di valutazione della materialità e di due diligence;
- sviluppare piani di transizione climatica più dettagliati e credibili, includendo valutazioni delle emissioni “locked-in”;
- migliorare la trasparenza e la completezza nella rendicontazione delle emissioni di gas serra, in particolare per lo Scope 3.
Ai revisori e alle autorità di vigilanza si raccomanda di sviluppare linee guida dettagliate per l’interpretazione e l’applicazione degli ESRS ed implementare meccanismi di controllo robusti per garantire la qualità e l’affidabilità delle informazioni divulgate.
Ai responsabili politici si suggerisce di continuare a monitorare l’implementazione degli ESRS e fornire chiarimenti o aggiornamenti ove necessario e considerare l’introduzione di misure di supporto per le aziende, in particolare le PMI, nell’adozione degli ESRS.
In conclusione, mentre l’introduzione degli ESRS rappresenta un significativo passo avanti verso una rendicontazione di sostenibilità più standardizzata e di qualità, la sua effettiva implementazione richiederà uno sforzo concertato da parte di aziende, revisori, autorità di vigilanza e responsabili politici. Solo attraverso questo impegno collettivo sarà possibile realizzare pienamente il potenziale degli ESRS nel promuovere una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale in materia di sostenibilità.
(*) Commento al lavoro di Daniel Torán, David Němeček, Filip Gregor, Julia Otten, Louis Establet, Lorena Bisignano, Sarah Chenoun and Susanna Arús, 2024, “Preparation for implementation of the EU Sustainability Reporting Standards”, Frank Bold.
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